Atailda, la figlia segreta della nobilissima Galla Placidia, augusta romana e regina dei Visigoti

17 febbraio 2015


Nell’agosto del 410 (V secolo d.C.), il re visigoto Alarico dei Balti, dopo aver assediato Roma per altre due volte, riesce a entrare, sembra con aiuti dall’interno e la saccheggia.

Poi parte per l’Italia meridionale con la diciottenne Galla Placidia in ostaggio.


Galla Placidia è figlia di Teodosio I e della seconda moglie Galla. Il fratellastro di Galla Placidia è Onorio, l’imperatore della parte occidentale dell’Impero Romano con sede a Ravenna. Galla Placidia è un ostaggio prezioso.


Alarico chiede da qualche tempo di essere reintegrato nell’esercito romano, chiede cibo e terreno per sistemarsi con i suoi uomini. Queste richieste non sorprendano, è normale che l’impero romano stringa alleanze con i “barbari” secondo le necessità. Ricordiamo che ormai le forze armate romane, vista la scarsità di arruolamenti in patria, ricorrono spesso ad alleanze con ex nemici. Addirittura si contano nove imperatori Illirici nominati grazie al valore sul campo di battaglia. Alarico stesso, ormai romanizzato in Flavio Alarico, è già stato nominato Magister Militum in Oriente, una sorta di grande generale. A Ravenna l’imperatore Onorio, testardamente, si rifiuta di concedere quanto richiesto. Allora Alarico chiede che gli siano corrisposti almeno i compensi (per sé e per i suoi uomini, affamati) che gli spettano per aver reso servizi nell’Illirico, ma l’imperatore non ci sente. 


Da qui, in breve, la decisione di saccheggiare Roma.


Nello spostamento verso sud, Alarico e i suoi uomini, devastano Campania e Calabria, radono al suolo Capua e Nola, tentano di invadere la Sicilia per raggiungere l’Africa (dove trovare viveri) ma una tempesta distrugge la flotta improvvisata nello stretto di Messina. Il re decide di risalire verso nord, ma a Cosenza muore. La leggenda narra della sepoltura del re nell’alveo del fiume Busento con un tesoro ma sembra improbabile, anche se qualcuno si accanisce ancora nella ricerca. Galla Placidia, prigioniera, è costretta a seguire tutti i movimenti dei goti. Ataulfo, cognato di Alarico, è nominato re. Parte verso nord, diretto in Gallia, costeggiando l’Adriatico, Puglia, Sannio, Piceno con puntata in Toscana, probabilmente in cerca di un valico facile sugli Appennini. Lungo il cammino le devastazioni sono ingenti tanto che Onorio, nel 412, è costretto a ridurre le tasse di un quinto, per cinque anni, alle province meridionali .


Nel 411 Ataulfo raggiunge la Flaminia (Flaminia et Picenum Annonaria, all’incirca l’Emilia Romagna). Si ferma a Forlì o a Imola per sposare Galla Placidia che da prigioniera diventa regina dei visigoti. Amore? Può darsi, ma il lato politico non è da escludere. Il matrimonio è suggellato con il rito ariano. 


Secondo Paolo Diacono, il matrimonio fu celebrato nel 412 a Forum Cornelii (Imola) o Forum Livii (Forlì)


Guardando il territorio forse è più facile preferire Imola per diversi motivi fra i quali la provenienza: se consideriamo che la colonna proviene dalla Toscana e diretta a Torino, il tragitto verso Imola è più breve e in linea, rispetto Forlì, senza contare che quest’ultima è sulla traiettoria di Ravenna dove le forze dell’imperatore Onorio potrebbero intercettare i visigoti.


La seguente cronologia è ridotta all’essenziale per motivi pratici.


412 In primavera Ataulfo si dirige verso la Gallia. Raggiunge Torino e attraversa il Colle del Monginevro. 


413 Invade la Gallia. Raggiunge Marsiglia, punta su Narbona, dove fissa la propria sede poi, si dirige prima a Tolosa quindi a Bordeaux.


414 Ritorna a Narbona e in gennaio sposa Galla Placidia, questa volta con il rito romano, nel palazzo di Ingenius. Sono ivitati romani e goti che festeggiano felici. Sul matrimonio realtà e “gossip” si confondono. 


Non si sa se il matrimonio è stato “consumato” subito o se ciò sia avvenuto in precedenza. Ipotizziamo comunque nove mesi da gennaio.


Si trasferiscono a Barcellona, dove Placidia partorisce Teodosio il figlio che sarebbe dovuto succedere al trono di Onorio unificando romanità e gothia, in altre parole Legge e Forza ma muore pochi giorni dopo. Se i due cercano un’altra maternità, a gennaio del 415, secondo natura, sono pronti per ritentare.


415 Estate. Dubius assassina Ataulfo. E Atailda? È presto. 


416 Sigerico, proclamato re, fa uccidere i sei figli di Ataulfo (alcuni dicono quattro) avuti dalla prima moglie, così evita possibili rivendicazioni al potere reale. Questo nei primi mesi del 416. Intanto la “nobilissima” potrebbe essere incinta e contando il tempo, il parto dovrebbe avvenire verso ottobre. Quindi Sigerico, in quei pochi giorni di regno, (sarà ucciso a sua volta dopo un po’ di giorni) è consapevole della maternità di Placidia.


Gli storici concordano su un avvenimento curioso: Sigerico fa camminare Placidia, tornata prigioniera, per 20 chilometri davanti al suo cavallo. A che scopo? Un ostaggio prezioso va trattato con riguardo se serve a ottenere qualcosa. Sembra quasi un maltrattamento finalizzato a un aborto senza averne responsabilità agli occhi dei romani.


A Sigerico succede Vallia. Cambia il trattamento a Placidia, concedendole respiro e adoperandosi per riconsegnarla a Onorio. Dopo sei anni di assenza, Placidia affronta il viaggio di ritorno a Ravenna. È regina dei visigoti ed è scortata da un drappello di guerrieri goti che resteranno sempre al suo fianco anche alla corte ravennate. Intanto il parto è avvenuto ed è nata da poco una bambina: Atailda. 


Perché Galla Placidia torna a Ravenna senza la figlia?


Certamente la bambina sarebbe una presenza scomoda alla corte ravennate e Placidia sa che al ritorno dovrà accettare il matrimonio con lo sgraziato Costanzo, il futuro Imperatore, tanto voluto dal fratello Onorio che non può avere figli e cerca disperatamente un erede maschio per non dover cedere l’impero occidentale all’imperatore d’Oriente. 


Oppure valuta le difficoltà di inserimento della figlia, pricipessa con sangue goto, alla corte imperiale.


A Ravenna la corte sembra ignorare la nascita di Atailda, tanto che nessuno storico ne parla, neppure Jordanes, autore della “Getica”


Gli storici spagnoli (Filadefo Mugnos, Bernardo Giustiniani, Juan F. Rivarola y Pineda, Montanero e altri) invece concordano sul fatto che Ataulfo e Galla Placidia abbiano avuto una figlia dopo la morte di Teodosio e citano il matrimonio di Atailda con Goffredo Roccaberti dando origine al ramo dei visconti di Roccaberti, conti di Peralada e marchesi di Anglesola.


A Ravenna, celebrato il matrimonio con Costanzo, Placidia deve “fornire” l’erede maschio. Il primo tentativo fallisce e nasce una bambina, la vivace Giusta Grata Onoria che creerà diversi problemi ai due imperi. Al secondo nasce un maschietto, Valentiniano che contribuìsce alla decadenza dell’impero romano d’Occidente.


Galla Placidia, la donna che ha raggiunto il potere con il maggior numero di titoli, in fondo ha vissuto una vita infelice ed è comprensibile la citazione dello storico Agnello, che racconta di intere notti passate a pregare prostrata sul pavimento della chiesa di Santa Croce a Ravenna. In città ha un mausoleo, splendido, ma è sepolta a Roma e la chiesa che prediligeva, Santa Croce, è stata ridotta a falegnameria nel secolo scorso.


(Naturalmente non furono le sole costruzioni commissionate, a Ravenna fece costruire San Giovanni Evangelista, altre costruzioni religiose furono realizzate a Roma, Milano, Napoli, Rimini, Gerusalemme e altrove)





Fonti:


Filadefo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie del regno di Sicilia volume III pagina 233, Arnaldo Forni:


«Non vi è dubbio veruno, poiché viene accertato da molti antichi e moderni scrittori spagnoli catalani, che la famiglia di Roccabert di Catalogna sia derivata dall'antico real sangue dei regi Goti di Spagna».


Bernardo Giustiniani, Historia generale della Monarchia Spagnola antica e moderna pagina 52, Combi & La Noú, 1674:


«Figliuoli del Re Ataulfo e della Regina Galla Placidia [...] che ebbero un'altra figliuola chiamata Atailda, che passò in matrimonio con Goffredo de' Roccaberti, dai quali discendono i visconti di Roccaberti, conti di Peralada, e marchesi d'Anglasola».


“Theodosio così nominato a riguardo dell’avo materno, morì infante: giace in un'Oratorio presso di Barcellona secondo riferisce Juan de Mariana. Similmente afferma Montanero nei Lignaggi di Catalogna, ch’hebbero un'altra figliuola chiamata Atailda e che passò in matrimonio con Goffredo de' Roccaberti, da’ quali discendono li Visconti di Roccaberti, Conti di Peralada, e Marchesi d'Anglasola”.


Luis Vilar y Pascual, Juan José Vilar Psayla, Diccionario histórico, genealógico y heráldico de las familias ilustres de la monarquía española pagina 155, Impr. de F. Sanchez à cargo de A. Espinosa, 1859:


«Figli del Re Ataulfo e della sua sposa Gala Placidia [...] Atailda, che si sposò con Jofre de' Roccaberti, dal quale discesero i visconti di Roccaberti, conti di Peralada, e marchesi d'Anglasola».


(Hijlos del rey Ataulfo y su esposa Gala Placidia:


Teodosio, llamado asì por su abuelo materno, muriò niňo, y yace en un oratorio cerca de Barcelona. Atailda que casò con Jofre de Rocaberti, de quienes descienden los Vizcondes de Rocaberti, Condes de Peralada y Marqueses de Anglesola).


Monarquia Española, Blason de su Nobleza, Volume 1


Di Juan F. Rivarola y Pineda


Ataulpho, Rey Godo de España, por cession, y traspasso del Emperador Honorio, desde el año 416. ( cuñado , ó hermano de Alarico , Rey Godo , que desctruyó à Roma ) fué muerto à manos dé los Conjurados año 417. primero de su Reynado en España, y siete de el de los Godos: Usò por Armas en Escudo à quarreles; en el primero una Corona de oro en campo roxo; en el segundo en campo de plata tres faxas negras; en el tercero un Leon de purpura en campa de plata-, en el ultimo otro Leon roxo en campo de oro: Casó con la Princesa Galla Placidia , hermana; de los Emperadores Arcadio, у Ноnório , hija de el Gran Emperador Theodosio, Español, natural de Sevilla , de el linage de Trajano , y de la Emperatriz Flacilla , fu primera mujer, en quien tuvo à Theodosio , y Atailda , que casó con Jofre Rocaberti, ascendientes de los Vizcondes de Rocaberti, Condes, de Peralada , Marqueses de Anglasola : la Princesa Galla Placidia casó primera vez con Euquerio, hijo de Stilicon ; y viuda de Ataulpho, casò tercera vez con Contanzo Capitán General de el Imperio , …


… ed altri ancora che concordano sulla figlia Atailda





Personaggi

(Alcuni dati sono tratti da Wikipedia con possibilità di approfondimento)

Galla Placidia

Aelia Galla Placidia; nata a Costantinopoli, 388/392 morta a Roma, 27 novembre 450) vissuta in buona parte alla corte dell’impero romano d’Occidente a Ravenna, nobilissima dalla nascita e augusta, figlia dell'imperatore Teodosio I (che regnò dal 378 al 395) e della sua seconda moglie Galla.

Fglia di          Teodosio I                imperatore

Nipote di        Graziano (zii)           imperatore

                        Valentiniano II          imperatore

Sorellastra di   Arcadio                    imperatore

                        Onorio                      imperatore

Madre di        Valentiniano III          imperatore

Moglie di       Costanzo III               imperatore

                        Ataulfo                      re goto

Zia di              Pulcheria                  imperatrice

                        Teodosio II               imperatore

Nipote di        Giustina (nonni)       imperatrice

                        Valentiniano I           imperatore

Nobilissima dalla nascita, 

Augusta dal 421 e 

regina dei Visigoti.


La nobilissima (titolo riservato ad alcuni membri delle famiglie imperiali) Galla Placidia fu dapprima ostaggio presso i Visigoti, poi loro regina; il suo matrimonio con re Ataulfo e la nascita del loro figlio Teodosio rientrarono in una politica di avvicinamento tra barbari e Romani, ma la morte del bambino e quella del sovrano chiusero la partita.

Proprio dal matrimonio con re Ataulfo nasce il mistero della figlia.


Teodosio I


Padre di Galla Placidia, nato a Coca (Spagna) 11 gennaio 347, morto a Milano il 17 gennaio 395.

imperatore dal 379 al 395.

Nato da un'agiata famiglia della Galizia (V. A. Sirago) o secondo altri, a Coca nell'attuale Castiglia e Leon. due territori confinanti. Questo particolare è importante, perché conferma che parenti da parte paterna di Placidia erano presenti sul territorio durante le vicende di cui sopra e potrebbero essere stati i custodi della piccola Atailda fino alle nozze con Goffredo de' Roccaberti, dai quali discendono i visconti di Roccaberti, conti di Peralada, e marchesi d'Anglesola (entrambe nella comunità autonoma di Catalogna comprendente anche Barcellona).


Alarico

Alarico I, o Alarico dei Balti, Alaricus in latino (370 circa – Cosenza, 410), fu re dei visigoti dal 395 alla sua morte (410).

Alarico è famoso per aver messo in atto il sacco di Roma. Fu il primo vero re dei Visigoti che, dopo circa vent'anni di guerra continua e permanente, comprese la necessità della figura di un re che gestisse il potere supremo e non fosse solo un consigliere o, se necessario, un condottiero. Appartenente alla dinastia dei Balti, non si conoscono i suoi ascendenti.


Ataulfo

Ataulfo dei Balti “nobile lupo" (374 circa – Barcellona, 415), fu re dei visigoti dal 410 alla sua morte (415).


Predecessore           Alarico I

Successore              Sigerico

Casa reale                Balti

Consorti                  Della prima moglie non si conosce il nome

                                La seconda era sorella di Alarico I

                                Terza Galla Placidia, sorella

                                dell'imperatore Onorio

Figli                        Dalla prima moglie 6 figli 

                                Da Galla Placidia:

                                Teodosio, erede oltre che del regno

                                visigoto anche dell'Impero romano

                                d'Occidente.

                                Atailda


Onorio

Imperatore romano d’Occidente

In carica 23 gennaio 393 – 15 agosto 423


Flavio Onorio (Costantinopoli, 9 settembre 384 – Ravenna, 15 agosto 423) fu il primo imperatore romano d'Occidente, dalla morte del padre Teodosio I (395) alla propria. Già nel 393 ricevette il titolo di augusto. Durante il suo regno, il fratello maggiore, Arcadio, resse l'Impero d'Oriente.

Onorio era il figlio dell'imperatore Teodosio I e di Elia Flaccilla; aveva un fratello maggiore, Arcadio, e una sorella morta in giovane età, Pulcheria Teodosia. Il padre lo onorò del titolo di nobilissimus puer e gli conferì il consolato per l'anno 386, quando Onorio aveva due anni. Raggiunse il padre a Roma (389), poi tornò a Costantinopoli (391).

Dal 402 trasferì la capitale dell’impero d’Occidente a Ravenna dove 74 anni dopo collassò.

L’inadeguatezza dell’imperatore fu la causa primaria della fine dell’impero. Fece uccidere Stilicone il Magister Militum che gli parò il trono vegliando sull’impero d’Occidente. Per gli storici il 476 oltre la fine dell’impero d’Occidente, che in verità sopravvisse ancora qualche anno, rappresenta anche la fine della Storia Antica e l’avvento del Medio Evo.


Giordane

Giordane o Giordano (latino: Iordanes; fl. 550 ca.; è stato uno storico bizantino di lingua latina del VI secolo.


Osservazione:

Il terrmine “bizantino” è improprio perché utilizzato con riferimento all’impero romano d’Oriente con capitale Costantinopoli. Sarebbe più giusto parlare di “costantinopolitani” se non fosse un termine da scioglilingua. Certo è che dall’inizio dell’impero romano d’Oriente (395) alla fine (1453) nessuno ha mai utilizzato il termine in discussione. La letteratura in generale li definiva greci, loro stessi si consideravano Rhomaioi (Ῥωμαίοι), romei ovvero romani di lingua greca e il loro stato era il Regno dei Romani (Βασιλεία Ῥωμαίων= Basileia Rhōmaiōn) o Rhomania (Ῥωμανία).

Il termine “bizantino” fu introdotto nel XVI secolo da uno storico tedesco e utilizzato due secoli dopo dagli illuministi.

Curiosamente “greco” riferito all’impero d’Oriente era ritenuto disdicevole; d’altra parte “bizantino” è ritenuto altrettanto disdicevole dall’opinione corrente.


Paolo diacono

Paolo Diacono (in latino Paulus Diaconus, pseudonimo di Paul Warnefried o anche Paolo di Varnefrido (Cividale del Friuli, 720Montecassino, 799) è stato un monaco, storico, poeta e scrittore longobardo di espressione latina.


Costanzo III

Flavio Costanzo, meglio noto come Costanzo III (latino: Flavius Constantius; Naisso, 370 circa – Ravenna, 2 settembre 421), fu Imperatore romano nel 421, assieme al cognato Onorio. Fu un generale vittorioso e il vero detentore del potere per la maggior parte degli anni 410. (Wikipedia)


Onoria

Justa Grata Onoria (latino: Iusta Grata Honoria; Ravenna, 417 o 418 – Roma, prima del 455) è stata augusta dell'Impero romano. Fu il pretesto dell'invasione di Attila del 451 e 452.

Figlia di Flavio Costanzo, futuro imperatore Costanzo III (421), e Galla Placidia, fu la sorella maggiore dell'imperatore Valentiniano III, che salì al trono nel 425. Fu obbligata dal fratello a non sposarsi, ma nel 449 ebbe una relazione con il custode delle sue proprietà, Eugenio, probabilmente volta a ottenere il potere per Onoria: scoperti, Eugenio fu mandato a morte e Onoria in esilio a Costantinopoli.

Obbligata a fidanzarsi con il senatore Flavio Basso Ercolano, Onoria nella primavera del 450 aveva inviato al re degli Unni una richiesta d'aiuto, insieme al proprio anello, per sottrarsi a questo matrimonio: la sua non era una proposta di matrimonio, ma Attila interpretò il messaggio in questo senso, ed accettò pretendendo in dote metà dell'Impero d'Occidente. Quando Valentiniano scoprì l'intrigo, fu solo l'intervento della madre Galla Placidia a convincerlo a mandare in esilio Onoria piuttosto che ucciderla e ad inviare un messaggio ad Attila, in cui disconosceva assolutamente la legittimità della presunta proposta matrimoniale. Attila, per nulla persuaso, inviò un'ambasciata a Ravenna per affermare che Onoria non aveva alcuna colpa, che la proposta era valida dal punto di vista legale e che sarebbe venuto per esigere ciò che era un suo diritto. Quando la sua richiesta fu rifiutata, invase l'impero nel 451 e 452.


Valentiniano III

Flavio Placido Valentiniano, meglio noto come Valentiniano III (latino: Flavius Placidus Valentinianus; Ravenna, 2 luglio 419 – Roma, 16 marzo 455), fu imperatore romano d'Occidente dal 425 alla sua morte.

Come imperatore appartenente alla dinastia teodosiana e a quella valentiniana, Valentiniano III fu il simbolo dell'unità dell'impero, la figura attorno alla quale si coagula la lealtà dei sudditi; in realtà, però, il potere fu esercitato da Flavio Ezio, il magister militum (comandante in capo dell'esercito), al quale va ascritta la politica che tenne unito l'impero malgrado le forze centrifughe che lo sconquassavano. Finì come un volgare assassino uccidendo personalmente Aezio che era il personaggio in grado di salvare l’impero, osteggiato perfino da Galla Placidia.


Walia

Vallia dei Balti, chiamato anche Wallia o Walia come in spagnolo, in catalano ed in portoghese (... – 418), fu re dei visigoti dal 416 al 418.

Nobile visigoto, della casa dei Balti, della fazione anti-romana. Alcune fonti sostengono che, attraverso il matrimonio, egli fosse parente acquisito di Alarico. Sua figlia fu la madre di Ricimero.


Sigerico

Sigerico o Segerico, Sigerico anche in spagnolo ed in portoghese, Sigeric in catalano (... – 416) fu re dei visigoti per soli sette giorni durante l'anno 416.

Era il fratello del Generale visigoto Saro.

Alla morte di Ataulfo (415), si scatenò una cruenta lotta al potere tra le fazioni che intendevano continuare l'integrazione coi Romani (tra coloro che sostenevano l'integrazione vi era il fratello di Ataulfo che, in caso di vittoria della propria fazione, era stato designato a succedergli) e quelle contrarie; queste ultime ebbero il sopravvento e tra queste, per la successione al trono, si distinsero le fazioni di Sigerico e quella di Walia.

Uscitone vincente Sigerico (primi mesi del 416), mandò a massacrare tutti i figli che il re Ataulfo aveva avuto dal primo matrimonio, ed alla terza moglie, Galla Placidia, inflisse il più umiliante dei trattamenti: Galla Placidia fu costretta a percorrere a piedi dodici miglia (circa 20 km) davanti al suo cavallo.

Ma dopo una sola settimana di regno finì trucidato anche lui, sicuramente su istigazione del suo avversario nella lotta per il trono, Walia, che divenne il nuovo re dei Goti.


Ricimero

Ricimero o Recimero (405 – 18 agosto 472) è stato un politico e generale goto dell'Impero romano d'Occidente, effettivo detentore del potere negli anni 460 fino alla sua morte.

Ricimero era un barbaro cristiano ariano, per metà svevo e per metà visigoto, figlio di un principe dei Suebi e della figlia di Vallia, re dei Visigoti. Spese la sua giovinezza alla corte dell'imperatore romano d'occidente Valentiniano III, dove si distinse combattendo al comando di Flavio Ezio, magister militum d'occidente di Valentiniano, avanzando di grado nei tardi anni 450; era amico di Giulio Valerio Maggioriano, un nobile romano anche lui comandante di Ezio.

Detenne il potere in un periodo di transizione.

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